Mese: novembre 2014

Al centro del “Buco”: tra carte e canestri su un confine che non c’è più

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Questo posto non si chiamerebbe proprio così. Con il tempo un malcelato senso del pudore lessicale lo ha declinato dal femminile al maschile. Da “Buca della Signora” a “Buco del Signore”. E non è che suoni molto meglio, a dirla tutta.

Del resto a Reggio Emilia e dintorni l’orecchio del forestiero si imbatte spesso in toponimi che altrove suonerebbero licenziosi. Pappagnocca, La Brugna, Sesso, Busana, fino a – questa sì inequivocabile – Torre del Bordello, in pieno centro città. Non tutti questi nomi discendono da etimologie libertine, anzi quasi nessuno, ma il solo fatto che abbiano resistito fino ad oggi, celandosi dietro le loro ambiguità, dice qualcosa del posto dove ci troviamo. Continua a leggere

Dalla Bolognina al declino di “Basket-city”: il filo rosso che unisce Bologna ai canestri

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A volte le rivoluzioni si fanno per errore. Non veri e propri sbagli, ma piuttosto gesti isolati, a volte parole lasciate cadere, nella speranza inconfessabile che qualcuno le raccolga. Così accadde alla Bolognina il 12 novembre di venticinque anni fa. In una sezione di periferia del Pci, di fronte ad un gruppo di veterani della Resistenza, toccò ad Achille Occhetto far capire che il partito doveva intraprendere nuove strade. Alla domanda se le sue affermazioni presagissero persino ad un cambio di nome, il segretario rispose: “Fanno presagire tutto”.

Tre parole, non di più, pronunciate proprio a due passi da questo campo da basket. E del resto, Bologna e basket hanno sempre fatto rima, a dispetto di qualsiasi legge della fonetica. Il filo rosso di questa città, passa anche da qui. Il canestro nella foto c’è ancora, attorno sembra non sia cambiato nulla rispetto a venticinque anni fa, ma solo in apparenza. Allora Bologna non viveva le crisi di identità che avrebbe attraversato negli anni a seguire. Nessuno avrebbe potuto immaginare che un giorno il partito erede di quella storia sarebbe stato travolto da scandaletti di provincia, portando fino al commissariamento del Comune. Continua a leggere

Un canestro e ottomila palloncini bianchi sotto il cielo di Berlino

Canestro a Mauerpark Berlino

 

Nella notte qualcuno salì su una delle torrette di osservazione della parte Ovest e ci appese un striscione. Sopra c’era un messaggio di solidarietà e incoraggiamento per quelli che stavano dall’altra parte, a Est. Il giorno prima le dimostrazioni dei cittadini scesi in strada per reclamare l’abbattimento del muro e il ricongiungimento con i berlinesi della parte Ovest, erano state soffocate con la violenza dalla polizia della Ddr.

Accadde nel 1988 a MauerPark. Ed è in luoghi come questo, ancor più che sotto la porta di Brandeburgo o nei dintorni del Reichstag, che si comprende cosa significhi per i berlinesi il venticinquesimo anniversario dalla caduta del muro. Continua a leggere

Tra vulcani e pellegrini, a Le Puy i canestri mirano in alto

Canestri a Le Puy en Velay

 

Tre vulcani spenti, una nuvola di pioggia, un pneumatico e una mucca dalle lunghe corna. Se siete francesi avrete già capito dove siamo. Se non siete francesi andate a vedervi le esilaranti cartoline del disegnatore Silvain Bichicchi dedicate all’Auvergne, deliziosi distillati di ironia che giocano con i luoghi comuni di questa regione nel mezzo della Francia. Continua a leggere